I bulli di oggi sono diversi da quelli del passato?
Ogni anno nella sola provincia di Chieti, in Abruzzo, l’investigatore privato si occupa di decine di indagini per bullismo, e d’altronde basterebbe sfogliare un giornale per rendersi conto della gravità di un fenomeno che rischia di diventare incontrollabile.
I bulli sono sempre bulli, la definizione di bullismo non cambia e neanche le conseguenze negative che questo malsano comportamento comporta per le sue vittime.
È possibile parlare di bullismo quando si è di fronte ad una relazione di abuso di potere in cui le vessazioni del bullo sulla vittima avvengono in maniera ripetitiva nel tempo, questa prepotenza può verificarsi nelle aule di scuola (soprattutto nei momenti in cui i ragazzi sono privi di vigilanza) o nei luoghi pubblici e privati in cui si svolgono attività extrascolastiche, ossia la normale vita dei giovani (palestre, pub, bar, anche semplicemente una piazza in cui si ritrovano per trascorrere un po’ di tempo insieme).
Tornando alla domanda iniziale, si, oggi anche il fenomeno del bullismo si è evoluto, si è riversato in nuovi spazi, meno controllati e certamente più pericolosi, ossia il mondo virtuale.
Il cyberbullismo è la manifestazione in Rete (su social network, forum o altri programmi di messaggistica) di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo di cui abbiamo accennato in precedenza.
Il cyberbullismo quindi, come il bullismo classico, è determinato da un insieme di azioni aggressive e intenzionali, prolungate nel tempo, nei confronti di una singola persona o di un gruppo di persone e perpetrate mediante strumenti elettronici.
I cyberbulli, a differenza dei bulli tradizionali, sono forse più subdoli in quanto possono agire celandosi dietro account falsi e quindi dietro l’anonimato che li rende ancora più violenti e crudeli nei confronti delle loro vittime, oltretutto spesso richiedono ed ottengono la partecipazione di altri “amici” anonimi (altri bulli che si nascondono nel branco).
Secondo i dati forniti dal Ministero della salute (,https://www.salute.gov.it) nella fascia di età 11 anni risultano vittime di cyberbullismo il 17.2% dei maschi e il 21,1% delle femmine; i 13enni coinvolti sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze; gli adolescenti di 15 anni sono il 9,2% dei maschi e l’11,4% delle femmine.
Si tratta di dati allarmanti che delineano un fenomeno in grado di rovinare per sempre l’equilibrio psico-fisico delle vittime e che, a volte, sfocia in atteggiamenti autolesivi e persino nel suicidio.
Sempre secondo i dati forniti dal Ministero, strettamente correlato al bullismo è il fenomeno della violenza domestica. I minori esposti a episodi di violenza familiare sono più propensi a esercitare forme attive di bullismo nei confronti dei compagni o a essere vittime di bullismo.
Il legislatore si dimostra molto attendo verso il bullismo, infatti con la Legge 29 maggio 2017 n. 71 recante “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, è stato fatto un grande passo in avanti nella direzione della definizione degli illeciti, della tutela dei minori coinvolti e della prevenzione degli atti persecutori tipici del fenomeno in oggetto.
Ad ogni modo la via più semplice e sicura per poter scoprire se un minore possa essere vittima di bullismo, quindi per poter intervenire tempestivamente ed arginare il fenomeno, è quella dell’intervento dell’agenzia investigativa.
L’investigatore privato può indagare con professionalità e discrezione, anche nei luoghi frequentati dai minori al di fuori della propria abitazione, e provare episodi di bullismo o cyber bullismo prima che questi si trasformino in problemi ben peggiori.
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